Perché?

La filosofia non è una disciplina. Non è aristocratica. Non è per pochi. Potrebbe essere un lusso. Un lusso che ci possiamo permettere, o forse ci dobbiamo permettere. Il lusso di prenderci il tempo per non preoccuparci dei nostri problemi quotidiani. Per permettere alle nostre preoccupazioni di non essere invadenti.
Filosofare è una sana disciplina del pensiero che permette di mettere ordine, di stabilire connessioni, di aprire possibilità. Raramente la filosofia dispensa risposte, più frequentemente apre interrogativi.

Possiamo abbandonare la chiacchera che ci perseguita ed entrare in un discorso che ci sostenga e che dischiuda il lusso di porsi domande. Esercitando la filosofia sono molti gli aspetti che si mettono in atto:

Giudizio

Come ogni capacità, quella muscolare, l’equilibrio, il gusto, anche la facoltà del giudizio non è innato, ma procede attraverso l’educazione nel suo stesso esercizio. Se ci priviamo della possibilità di esercitare il nostro giudizio, rimaniamo inermi nei confronti delle prime cose che ci vengono in mente o che ci mettono in bocca.

Senso civico

Solo una cittadinanza che si riconosce tale può partecipare appieno alla vita pubblica. Colui che è capace di interessarsi, di indignarsi, di argomentare, di criticare, di esporsi, di riconoscere i propri e gli altrui interessi può abitare pienamente e da protagonista la complessa società in cui vive.

Democrazia

Il sistema democratico può vivere solo se è possibile esprimere le proprie opinioni nella consapevolezza dei limiti che le opinioni stesse presuppongono.

Cura di sé

Indagando profondamente le proprie convinzioni, trovando le giuste parole, elidendo le idee inaccettabili, si diminuisce la presa che le nostre proprie parole e idee hanno su di noi. Pensando, discorrendo, dialogando si possono depotenziare le nostre paure e apprendere strumenti che ci possono essere utili a superarle. La morte, la malattia, la colpa, il diverso sono paure e agoscie che si possono riuscire a relativizzare almeno a livello del pensiero. Indagando profondamente si possono liberare le forze e le energie per raggiungere obiettivi e intraprendere nuove strade. Praticando la libertà del pensiero ci si abitua alla libertà di essere, in primo luogo, di essere se stessi.

Stare con gli altri

Filosofare è possibile solo quando si sta con altri. Leggere e scrivere sono la forma minima in cui possiamo stare con qualcuno. Si medita sempre il pensiero altrui, anche quando si medita il vuoto. Stare con gli altri è la forma minima del pensiero. Solo nello specchio che gli altri ci rivolgono possiamo cogliere noi stessi e i nostri pensieri. Saper stare con gli altri è la condizione per poter stare meglio con se stessi. Questa dimensione relazionale deve essere nutrita e praticata, anche nella dimensione del pensiero.

Empatia e simpatia

Rompendo l’indifferenza verso gli altri si entra in una dimensione complessa dell’esperienza relazionale. Complessità composta da empatia e simpatia in cui si possono scoprire, esplorare, condividere e vivere le esperienze proprie ed altrui con vivacità e presenza. In cui si possono costruire delle relazioni di fiducia arricchite da intenti comuni.

Conoscere

Possedere un buon numero di nozioni, non implica il conoscere. La conoscenza pretende la consapevolezza dei limiti entro i quali essa è valida. Conoscere è un attività che produce una maggiore consapevolezza, un continuo ripensamento dei punti di riferimento, un continuo confrontarsi con l’esperienza e gli altri.

Esperienza

Per fare esperienza occorre essere capaci di elaborare il vissuto per far emergere dal flusso continuo di sensazioni, le proprie impressioni, i propri desideri, il proprio racconto. Fare esperienza è costruire una narrazione capace di rendere noto il valore esistenziale dell’accadere; è dare senso e significato al proprio vissuto. Per questo si può fare esperienza solo si sa osservare, ascoltare, guardare e giudicare.

Linguaggio e parola

Scoprendo il piano evocativo e non solo funzionale del linguaggio, la dimensione della complessità irriducibile alla ragione stessa, è indispensabile per sorprendersi di ciò che viviamo e del mondo in cui viviamo.

Consapevolezza

Certamente non tutti questi elementi sono esaustivi a rappresentare un’esperienza filosofica, e di certo non tutti questi elementi sono esclusivi di un esperienza filosofica. Eppure nell’esercizio filosofico, nel mettere in atto i suoi strumenti, si attivano un insieme di processi finalizzati ad una maggiore consapevolezza di sé. Filosofare pretende la presenza di sé e, forse, questo è il suo valore più forte.

Se si dovesse rispondere in una frase perché filosofare, perché perdersi in questo lusso del pensiero, si potrebbe tentare così: filosofare alimenta la propria consapevolezza.